giovedì 2 novembre 2017

VelEni: l’intreccio storico dal delitto Mattei al segreto di Emilio Colombo


Articolo pubblicato su Il Mattino di Foggia

L'interessante indagine del giornalista Fabio Amendolara sul legame delle misteriosi morti di Mattei, Pasolini e De Mauro, tra intrighi di petrolio, potere, mafia e massoneria; i mandanti della scomparsa di De Mauro e del suo appunto sul famigerato “ Colpo di Stato” del principe Junio Valerio Borghese ; l’Italia più terrificante degli anni anni bui ed un filo conduttore: il presidente del Consiglio, Emilio Colombo.


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Fabio Amendolara e il libro inchiesta VelEni


VelEni, già racchiude nel titolo ciò di cui tratta: si parla di petrolio, di potere, di corruzione, mafia e di chi ha fatto di tutto per stravolgere le sorti di quell’Italia che avrebbe voluto il presidente dell’Eni, Enrico Mattei. Si parla dell’Italia degli anni oscuri e tragici. VelEni, dunque, è il nuovo e appassionante libro di Fabio Amendolara, che racchiude in 123 pagine i misteri e le controversie più oscure del nostro paese: dal caso Mattei, passando per la morte di Pasolini, sino al sequestro e omicidio del giornalista Mauro De Mauro. Questa ampia ricostruzione giornalistica, offre una panoramica precisa su quel che successe nel trentennio più cupo d’Italia, attraverso migliaia di articoli, atti giudiziari delle procure di Palermo e Pavia, nonché le informative dei Carabinieri di Carlo Alberto dalla Chiesa e quelle delle investigazioni di Boris Giuliano, nelle carte dei servizi segreti. Con la prefazione di Giangavino Sulas, benvenuti nell’Italia dei misteri sotterrati dall’ ”alto” che si riapre dal “basso”, ancora una volta, grazie alla tenacia di chi vuole la verità.



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Enrico Mattei
Quando ci occupiamo di misteri e delitti italiani, dobbiamo farlo con correttezza, attenendoci ai fatti, senza cadere in dietrologia spiccia o ipotesi fantasiose. É anche vero che le versioni dei fatti spesso sono molte e contrastanti, soprattutto quando si trascinano per tanto tempo e, in Italia, siamo campioni in questo. L’Italia è campionessa di confusione voluta e processi eterni, dunque è facile cadere in tranelli fantasiosi ma è pure molto più facile accomodarsi sulla negligenza e omertà, creando noia e indifferenza. Più difficile è ricostruire la verità, soprattutto quando questa è sempre stata occultata e magari finita in qualche tomba, insieme ai ‘padroni’.
Tutti i fatti importanti passati, sembrano cadere in una sorta di dimenticatoio: spesso raccontati in modo superficiale, assumono la veste dei ‘perditempo’ anziché d’interesse, indirizzati a un  pubblico “che non deve sapere” o che deve sapere a seconda del vento politico che tira. Cosa serve, oltre al mezzo televisivo, a volte deviante e deviato da chi dovrebbe dire la verità e farla conoscere, per trasmettere al pubblico quello che spetta sapere? Serve chiarezza, tenacia, costanza e ore perse di sonno, inseguendo ciò che i morti non possono più dire e che i vivi, molto spesso, non vogliono dire. Serve tornare a leggere, magari libri come questo.
In VelEni (Edizioni Il Castello, 2016)  questa componente d’inchiesta minuziosa, stravolgente e appassionante come una spy-story, fa chiarezza su alcune vicende che hanno coinvolto il nostro paese e soprattutto alcuni personaggi molto importanti: il presidente dell’Eni, Enrico Mattei; il giornalista de “L’Ora di Palermo”, Mauro de Mauro; lo scrittore, regista e giornalista PierPaolo Pasolini; l’allora presidente del consiglio Emilio Colombo; il regista d'inchiesta de “Il Caso Mattei”,  Francesco Rosi; la mafia, i servizi segreti italiani e americani e tanti altri saranno i protagonisti di questa lunga e complicata storia, raccontata dal giornalista Fabio Amendolara, che con maestria e semplicità di linguaggio, racconta  di minacce e omicidi, che avrebbero e hanno cambiato il corso del nostro paese. Amendolara già è molto conosciuto a livello nazionale per il suo giornalismo d’inchiesta, cercando sempre di apportare alle versioni ufficiali o ufficiose dei fatti, qualcosa in più, andando controcorrente, scovando nei delitti e nelle sparizioni più inspiegabili. E non si parla di fantasia, si parla di fatti, logica e ricostruzioni serie. Non perde tempo Amendolara e neppure il filo delle storie.
Ricordiamo il suo impegno nello scavare  e ricostruire fatti di altri rompicapo italiani, testimoniati nei libri “ Il segreto di Anna”(edizioni EM-Collana Ombre e Silenzi, 2014), relativo al caso Elisa Claps; ne “La colpa di Ottavia”(edizioni EM-Collana Ombre e Silenzi, 2011) una inchiesta sulla misteriosa scomparsa di Ottavia De Luise, come pure ne“ L’ultimo Giorno con gli Alamari”(edizioni EM-Collana Ombre e Silenzi, 2016), una controinchiesta giornalistica che collega la morte del brigadiere Turzi a quella della studentessa di Arce. 


“L’Italia degli anni bui” è ancora da scoprire, o forse, da strizzare come un dentifricio, finché l’ultima goccia di verità non verrà fuori. Questa è l’operazione di Fabio Amendolara, che “rivela una versione inedita e clamorosa di questo colossale, drammatico intrigo nel quale si intrecciano enormi interessi politici, strategici ed economici. Interessi per i quali la vita di un uomo vale zero.” scrive così Giangavino Sulas, nella  prefazione al libro.
Infatti, si parlerà proprio di quello che Emilio Colombo, non solo ministro ma anche affiliato al SID (servizio segreto italiano fino al 1977), si è portato nella tomba relativamente ai casi Mattei - De Mauro - Pasolini. Per il pubblico, il segreto dell’uccisione di troppi uomini per interessi economici e politici, sembra un fatto quasi normale, ma così non è. Tutti nasciamo per morire ma non è detto che si debba morire ammazzati da altri, anche se si ricoprono cariche importanti. La mafia ha insegnato che non si fa distinzione tra popolo e potere: quando un certo potere vuole il bene del popolo, lo si uccide. Infatti in questo libro, una volta di più, si farà chiarezza sull’immagine della mafia e di quanto sia radicata e ‘statale’.
Quanti falsi innocenti o presunti assassini e quanti indagini sbagliate? Quanti depistaggi? Sempre troppi. In questo caso ce n’è uno e bello grande, che collega il caso Mattei con la sparizione di De Mauro e chissà con quanti altri morti, oltre a Pier Paolo Pasolini.
Allora si ritorna al punto focale di quel periodo e si scopre quanto la CIA, la massoneria, la mafia e Andreotti fossero collegati al  Golpe del Principe Valerio Borghese, capo della Decima Mas, con “duemila picciotti pronti all’azione”; si scopre perché Carlo Alberto Dalla Chiesa fu restio a procedere nelle indagini, facendo quasi dietro front sul caso De Mauro e perché il regista Francesco Rosi che incaricò il giornalista Mauro de Mauro per realizzare film su Mattei, ebbe paura e fu minacciato. Chi minacciava Mattei? Chi, Rosi? Chi osteggiava le indagini e perché molti ritrattavano? 
Perché fu un “ordine di forze superiori”, così dicono i carabinieri di Pavia e si dedurrà il perché Marcello Dell’Utri, complicò le indagini con la sua rivelazione di un capitolo di “Petrolio", il romanzo incompiuto e postumo di Pier Paolo Pasolini,  che ricordiamo essere stato ucciso anch’egli, dalle “forze superiori”, le quali sapevano che sapeva troppo.
Chi vuole il bene del proprio paese, purtroppo non può farlo in Italia, a quanto pare e chi rischia per la propria pelle, spesso tace o nega. Gli anni di piombo non hanno mai smesso di esistere. E se oggi si riaprono inchieste e si cerca la verità, non è mai abbastanza per riparare alle tragedie del passato. I cicli storici esistono, i misteri esisteranno finché ci sarà un certo tipo di potere e di omertà. 

Con energia e efficacia, Amendolara  dipana i numerosi fili della matassa ingrovigliata, attraverso documenti investigativi e dichiarazioni dei pentiti di mafia. Nonostante siano passati anni, ciò che è stato scritto nel passato, grazie a questa ricostruzione, sembra sempre essere attuale e moderno, moderno come l’Italia che voleva Mattei, ma che per ragioni di interesse petrolifero e di potere, fu meglio bloccare, come raccontato dalle testimonianze di altri coinvolti col caso. E siamo proprio sicuri che il film “ Il Caso Mattei” abbia raccontato tutta la verità? Anche qui sorge l’ombra del dubbio: tra finanziatori loschi e minacce, Francesco Rosi portò a compimento quello che De Mauro aveva raccolto per lui, pagando con la vita. De Mauro sapeva troppo e anche Rosi, probabilmente.
Mafia? Concorrenza? Invidia? Stato? Soldi? Petrolio? Unite tutti gli elementi e scoprirete perché morirono innovatori e  anti politici come Mattei  o chi cercò “rogna” per eliminare il marcio, facendo emergere cose scottanti, come fecero De Mauro e Pasolini. Il libro di Amendolara fa luce su tutti quei misteri  e tragedie italiane, che non solo hanno coinvolto giornalisti, magistrati e gente legata al potere, ma anche poveri civili innocenti, come ad esempio la terribile strage di Bologna. 
Questo libro è indirizzato a tutti: sia al pubblico profano, sia al più curioso e appassionato.
Da ciò che già sappiamo e che egregiamente alcuni giornalisti hanno saputo raccontarci mantenendosi ritti sul filo della verità -chi più chi meno- come Enzo Biagi, Carlo Lucarelli e Giovanni Minoli, Amendolara ne segue le tracce, ma con qualche precisazione e colpo di scena in più. 

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Pier Paolo Pasolini
Vorrei ricordare, inoltre, il film di recente uscita, “La Macchinazione” (2016) del regista David Grieco: come quando si insabbiano alcune indagini scomode, si è un po' insabbiato anche questo film. Forse perché dà fastidio, Forse perché si racconta cosa c’era dietro a quella grande macchinazione di Stato che uccise Pasolini. E se Pasolini , in Petrolio, riuscì a far  capire che il fantomatico personaggio Troya, non era altro che il presidente successore dell’Eni, Eugenio Cefis, in VelEni possiamo collegare non solo Cefis alla morte di Pasolini, ma anche al film di Francesco Rosi “Il caso Mattei”, a Enrico Mattei stesso e e alla sparizione del giornalista De Mauro. Dalla pista mafiosa al depistaggio di Stato, arriveremo a scavare nella tomba dell’allora Presidente Emilio Colombo, un democristiano che forse avrebbe dovuto dire qualcosa in più, ma non l’ha detta: il suo nome appare  numerose volte, accanto a quello di Cefis, in “ Questo è Cefis” il libro di Giorgio Steimez, ritirato dalla Montedison all’epoca, per ovvi e sconvenienti motivi. Secondo la polizia di Pavia, Colombo era a conoscenza dei fatti, relativi ai due delitti, anche se chi lavorò per lui, concluse la relazione su Mattei, con l’ultimo depistaggio, dichiarandolo come “Incidente”. Tutto gira intorno al potere e al petrolio, ai soldi e alla politica, alla droga, alla mafia, ai nostalgici nazisti e fascisti e ai complici del sequestro De Mauro: tutto girava e gira intorno agli italiani tenuti all’oscuro da una certa architettura politica e di potere. L’omertà è una caratteristica mafiosa e quando alcuni dirigenti e forze dell’ordine bloccano le indagini dichiarandole come incidenti o questioni di mafia, si intuisce quanto la pratica del “niente so e niente voglio sapere" sia radicata in Italia, anche se questo, forse, è un intrigo internazionale, più che unicamente Italiano. Occultare, depistare, ingannare, rinnegare: questa è la missione del potere malvagio e senza scrupoli ma per fortuna qualche combattente onesto e indipendente, esiste.

Quando rapirono De Mauro “andò via la luce per quarantacinque minuti”, ricorda così una delle figlie di De Mauro. Fabio Amendolara, attraverso il suo lavoro e la ricerca della verità, ha riacceso quella luce, intrecciando alla storia già scritta e detta, un elemento in più. E poco importa se Colombo non potrà parlare. La verità viene sempre a galla, prima o poi.

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