giovedì 26 ottobre 2017

Il "Frankenstein" più forte del mondo



Primo Carnera è conosciuto come uno dei lottatori più famosi della storia. Ancora oggi fa parlare di sé ma non tutti sanno della sua identità da attore. Grazie a fonti americane, abbiamo il piacere di presentare il gigante buono del pugilato, nella inedita veste di Frankenstein.



Primo Carnera è conosciuto come uno dei lottatori più famosi della storia che, ancora oggi, fa parlare di sé ma non tutti sanno della sua identità da attore. Grazie a fonti americane, abbiamo il piacere di presentare il gigante buono del pugilato, nella inedita veste di Frankenstein.


Un po’ di storia…

Che le fattezze del Carnera fossero imponenti, è cosa nota, come è nota la sua attività di pugile, ma che fosse anche attore, forse non tutti lo sanno. 
Nato nel 1906 a Sequels, in provincia di Pordenone, il piccolo Carnera dovette subito affrontare la dura realtà e crescere in fretta a causa delle precarie condizioni economiche della sua famiglia. Crebbe talmente in fretta che all’età di dodici anni misurava quanto un adulto e, nel tempo, quando si trasferì in Francia, la sua grandezza fisica divenne tale da farlo inserire dapprima nel pugilato con scarsi risultati e, successivamente, come artista di strada - o meglio- come fenomeno da baraccone per un Circo.
Raggiunse l’ altezza di 197 cm per  120 chili, considerate misure incredibili per un uomo dell’epoca, adatte non solo per il pugilato ma anche per la recitazione nel ruolo di personaggi massicci e giganteschi. Questa peculiarità fisica, diagnosticata come un disturbo ipofisario, lo condurrà in America e lì troverà la sua strada per poi, qualche anno prima della sua scomparsa, ricondurlo nella sua Sequels, dove  spirò.
Nella cultura popolare Carnera è un personaggio che ha ispirato canzoni, fumetti e detti popolari. Non a caso quando uno dice “Mangi come Carnera”, si riferisce proprio alla sua necessità di cibarsi e di fame perpetua.
Non mi soffermerò più di tanto a ricordarlo come un fenomeno da baraccone, come fu presentato ed elogiato al pubblico dal fascismo e poi da esso dimenticato; non mi soffermerò sulla crudeltà dei suoi agenti, di chi ha lucrato e gettato fango, come pure non parlerò della sua sofferenza e morte, ma celebrerò il pugile-attore, come artista.

Tutti i pugni che ha dato, per sfamare la sua famiglia, sono sicuramente valsi a farlo conoscere nel mondo, grazie a una buona dose di tecnica e potenza. La sua figura così imponente e la sua storia tra vittorie e sconfitte, non solo sul ring, hanno calcato anche i set del cinema. Il regista Mark Robson nel 1956 prese liberamente ispirazione dalla sua storia realizzando il film “Il colosso d’argilla” , con Humphrey Bogart. Il film scatenò molte polemiche, ipotizzando ogni tipo di combine dietro agli incontri e così gettando ombre di discredito nei confronti della boxe e di Carnera. 

Carnera partecipò come attore e comparsa in film drammatici, polizieschi, epici-fantastici, d’avventura e in commedie. Tra i film ricordiamo  “L'idolo delle donne”del 1933; “Senza Cielo” del 1940; il bellissimo colossal “La Corona di Ferro” del 1941, di A. Biasetti con la presenza di attori come Luisa Ferida, Gino Cervi e Massimo Girotti nel quale film, appare il primo seno nudo del cinema italiano; “Due cuori Fra le Belve” del 1943, con Totò; “Ercole e la Regina di Lidia” nel 1959, del regista Francisci -già conosciuto per “ Le Fatiche di Ercole”- con una splendida fotografia ed effetti speciali di Mario Bava.




primo_carnera_frankensteinprimo_carnera_cinema_italiano

L’inedito Frankenstein

Per gli appassionati del filone horror e per gli appassionati di Carnera, sarà curioso sapere che tra il 1955 e il  1958, la NBC Matinee Theater mandò in onda molti episodi tratti da romanzi classici dell’orrore, quali ad esempio “Dr. Jekyll and Mr. Hyde”, “The Tell-Tale Heart”, “The Fall of the House of Usher”, “The Cask of Amontillado”, “Death Takes a Holiday” , “The Bottle Imp” e “Frankenstein”.
Walter Grauman, regista di Frankenstein , scelse Carnera per le due dimensioni fisiche e gli affidò la parte:  lo imbottì ancora di più nel torso e nelle spalle; gli fece indossare stivali  pesanti con una spessa suola e ci vollero ben cinque truccatori a turno per tre ore.  L'aspetto del mostro Carnera, era inquietante quanto buffo. Il suo volto prese le sembianze di una palla da baseball dalla testa tonda, ricordando  quella di Lon Chaney jr in “Tales of Tomorrow - Frankenstein” episodio del 1952, anticipando inoltre  il trucco sfoggiato da Robert De Niro nel film del 1994, “Frankenstein di Mary Shelley”.
La fotografie disponibili sul web purtroppo sono solo quelle tratte da una prova generale di questo Frankenstein. Il futuristico costume, probabilmente incompiuto, somiglia a quello di James Arness indossato in “The Thing from Another World“(1951), con fili appesi e materiale avvolto liberamente intorno alle braccia. Non avendo testimonianza di questa puntata non potremmo mai sapere se questo costume, come il trucco, fossero definitivi.
É possibile tuttavia che il nastro sia ancora presente, in quanto fu mandata in onda una replica il 7 ottobre del 1957, dunque una speranza c’è!

Nell’attesa, forse vana, di ritrovare quel nastro, ricordiamoci più spesso di questo gigante buono o, come lo chiamavano gli americani “ The Ambling Alp", tradotto in “la montagna che cammina lenta”. 
Le doti attoriali non mancavano, neppure nei film in cui doveva interpretare se stesso: la sua espressività, lo sguardo bonaccione e la sua imponenza fisica che risultava puntualmente esagerata rispetto agli altri attori, creava appositamente una situazione comica e inquietante.


Non dimentichiamo Primo Carnera: né come pugile, né come attore, né come uomo di cultura, amante della lirica e di Dante Alighieri. Non dimentichiamo il gigante italiano che ha portato la forza del nostro paese in giro per l’America e, così, in giro per il mondo.

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